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28 marzo 2011 1 28 /03 /marzo /2011 17:43

attacco-da-terra-libia2.jpgLa guerra in Libia ormai dura da una settimana e ormai si inizia a dubitare che sia una guerra lampo. Se si fosse trattato di una guerra lampo, ormai i raid aerei dovrebbero essere già terminati, ed  il dittatore Gheddafi si dovrebbe essere arreso da un pezzo. Ma così non è. I raid aerei continuano, soprattutto di notte. E' di oggi la notizia che nella Base Nato di Decimomannu sono atterrati 6 caccia F-16 Desert Falcon e 6 Mirage 2000 del'aeronautica Militare degli Emirati Arabi Uniti. E' prevista anche l'entrata in azione 2 squadroni di F16 Falcon dell'aeronautica olandeseI raid si sono ulteriormente inaspriti ed i loro bersagli sono l'artiglieria ed i mezzi blindati delle truppe di Gheddafi: il target principale ora sono le truppe nemiche di terra. Bisogna proteggere la popolazione civile e per fare questo bisogna assolutamente eliminare l'esercito di Gheddafi. Grazie ai raid aerei  i ribelli oggi possono continuare la la loro avanzata, hanno preso il controllo della città petrolifera di Ras Lanuf, riconquistato Ajdabiya   ed il porto petrolifero di Brega.Ma c'è chi parla già della pianificazione dell'attacco da terra. Si parla anche  di operazione"armi ai ribelli" che è la nuova strategia di Obama:ovvero impedire che la no fly zone possa durare in eterno mentre il dittatore libico mantiene il controllo della maggior parte del paese, e soprattutto ha un esercito specializzato negli attacchi da terra. Insomma, gli USA pensano di rifornire di armi, e anche di fornire assistenza sia di tipo civile che di tipo militare ai ribelli, in modo da accelerare la fine di "Odyssey Dawn". C'è infatti la conferma che i ribelli hanno richiesto sia forniture di armi che un addestramento militare. Uno studioso americano infatti ritiene che i raid aerei della NATO sia insufficienti perchè le truppe di Gheddafi agiscono soprattutto all'interno delle città, dove colpire gli obiettivi è più rischioso e difficile, in quanto si rischia di fare stragi di civili. Anche se per gli USA con gli attacchi da terra il rischio maggiore è quello di fare la guerra  alle tribù locali ed ai vari clan. Inoltre il fatto di fornire armi ai ribelli costituirebbe una violazione dell'embargo ONU e soprattutto c'è la prospettiva non proprio esaltante che le armi poi finiscano in mano dei fondamentalisti islamici.  All'interno dell'ONU ci sono già i primi dissidi: il Portogallo che gestisce il comitato per l'applicazione delle sanzioni alla Libia, ritiene la fornitura di armi ai ribelli una violazione dell'embargo del 26 febbraio che impone il divieto di forniture militari. La Francia è favorevole, mentre Cina e Russia sono contrarie in quanto per loro fornire armi ai ribelli significa schierarsi apertamente con una parte , in una guerra civile. Intanto si fanno sempre più insistenti le voci di una pianificazione di un attacco da terra. Gruppi delle SAS inglesi si trovano già in Libia a sostenere i ribelli, la Francia starebbe già addestrando militarmente gli insorti  anche con armi. Gli USA stanno prendendo in considerazione l'ipotesi di utilizzare elicotteri d'attacco, droni, aerei muniti di mitragliatrici adatti alle battaglie sul terreno. Intanto il Comando di tutte le operazioni militari in Libia passa alla NATO, come  annunciato ieri dal segretario generale dell'Alleanza Atlantica Rasmussen al termine della riunione del Consiglio Atlantico. Il quartier generale della missione avrà sede a Napoli ed il Generale Bouchard avrà il comando di tutte le operazioni della coalizione internazionale in Libia. Il Generale Bouchard è stato nominato ieri Comandante della Task Force Multiforze Combinata per l'Operazione "Unified Protector".

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