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15 luglio 2011 5 15 /07 /luglio /2011 21:26

Ci si chiede quante altre volte ancora dovremmo vedere la bara di un militare morto in missione in Afghanistan  avvolta nel tricolore.Quante altre volte dovremmo sentire le solite parole di cordoglio da parte dei politici.folgore1 jpg Quante volte  ancora vedere lo strazio di una famiglia disrtutta dal dolore. Domande  queste, che restano senza una risposta. Si sono celebrati ieri a Roma nella Basilica di S. Maria degli Angeli ,i funerali di stato del Caporal Maggiore della Folgore Roberto Marchini. La chiesa era gremita di gente, presenti anche alcuni politici. La commozione e il dolore erano visibili sui volti di tutti: della famiglia, ma anche dei commilitoni del Caporal Maggiore,  quanta fatica per trattenere le lacrime in un momento così doloroso. Roberto Marchini"Aveva scelto la professione militare per dedicarsi ai più deboli, a coloro che non hanno un valore agli occhi del mondo, coloro che non valgono niente, che non sono niente, o molto semplicemente  coloro che agli occhi degli altri non esistono per nessuno. Roberto amava quella terra e ci vedeva l'aurora della speranza di un nuovo giorno."Con queste parole Monsignor Vincenzo Pelvi, ordinario militare ha voluto ricordare il Caporal Maggiore ucciso in un attentato in Afghanistan E anche alla base di Herat, nonostante fosse un giorno lavorativo, qualche suo collega ha cercato di seguire la cerimonia funebre in diretta alla tv. "A Kabul confidava agli amici, rimaneva senza fiato quando attraversando il territorio con la divisa militare suscito ovunque simpatia"ha continuato nell'omelia Monsignor Pelvi "Roberto era un messaggero di pace, discepolo di quella civiltà dell'amore, che rende possibile ciò che è giusto. L'Amore lo ha chiamato in un deserto." Un deserto che lo ha tradito, nel suo utimo giorno di missione. 

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