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16 settembre 2011 5 16 /09 /settembre /2011 21:13

afghanistan ufficiale dei ccarabineri muore per un malore aI suoi colleghi l'hanno trovato morto nel suo alloggio all'interno della base italiana di Herat, dove l'ufficiale dei Carabinieri prestava servizio come Comandante al Centro di Addestramento della polizia locale afgana. Hanno chiamato subito i medici, ma non c'è stato niente da fare. E' morto a causa di un malore, forse di un infarto il Maggiore dei Carabinieri Matteo de Marco. Aveva 54 anni ed originario di Vallo della Lucania.Si trovava in missione in Afghanistan da un mese. In patria invece prestava servizio presso la Scuola Allievi Brigadieri e Marescialli di Velletri. rendere nota la notizia è stato lo Stato Maggiore della Difesa che ha acnhe provveduto ad avvertire i familiari dell'ufficiale." Le cause del decesso non sono ancora note. E''stata disposta l'autopsia  ma non è ancora stabilito se verrà effettuta in Afghanistan o in Italia. Ad ogni modo ci vorrà ancora qualche giorno prima che la salma rientri in Italia. I funerali verranno celebrati presso la Cattedrale di Vallo della Lucania.

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15 settembre 2011 4 15 /09 /settembre /2011 17:43

Herat avrà il suo pronto soccorso:sarà sempre operativo 24 ore su 24. Avrà come sede quella di un edificio vicino all'ospedale di Herat. Sarà dotato di una centrale operativa attiva sia di giorno che di notte, avrà 7 linee telefoniche e un numero per le chiamate di emeafghanistan il prt italiano e il 123 reggimento maniago inirgenza, un servizio gratuito con 5 ambulanze per rispondere alle esigenze della popolazione. Ci saranno medici e infermieri  che saranno sempre a disposizione dei cittadini. Oggi per Herat è stato un giorno importante. Durante una breve cerimonia alla presenza del Comandante del PRT(Provincial Reconstruction Team)il Colonnello Pomella e del Dott. Falcone della Cooperazione Italiana, è stata posata la prima pietra che ha dato inizio ai lavori di costruzione di un pronto soccorso e  di 2 nuovi comandi di polizia. La costruzione del pronto soccorso e dei posti di polizia fanno parte degli innumerevoli progetti che saranno realizzati dal PRT su base 132°Reggimento Artiglieria di Maniago e della Cooperazione italiana. E' l'ulteriore conferma che la città di Herat diventerà il punto cruciale del processo di sviluppo per tutto il paese, il simbolo dela ripresa economica, un esempio da seguire per tutte le altre città e i villaggi. Questi nuovi lavori di costruzione infatt,i daranno lavoro alla manodopera locale che sarà opportunamente formata con dei corsi tenuti dalla Cooperazione italiana. Herat è una delle città più grandi dell'Afghanistan e fa parte di quelle 7 città che sono state scelte dal Presidente Karzai per essere riconsegnate alle autorità locali. Un grande contributo è stato dato dall'ISAF e dal governo italiano per la realizzazione di questo progetto, e oggi la posa della prima pietra  rappresenta per la popolazione di Herat e del'Afghanistan la speranza in un futuro migliore.       

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14 settembre 2011 3 14 /09 /settembre /2011 14:14

L'Afghanistan per loro è già un ricordo. Dopo più di 6 mesi di missione i parà del 186°Reggimento della Brigata Folgore sono stati accolti da interminabili abbracci e baci delle mogli e delle fidanzate e dagli amici e parenti presso la "Caserma Bandini".siena-i-para-del-186-sono-rientrati-in-Italia.jpgE sempre presso la "Caserma Bandini" ha fatto il suo rientro anche la Bandiera di Guerra del Reggimento."Abbiamo l'orgoglio di avere portato all'estero il meglio della nostra cultura e del nosto modo di interagire con i popoli, favorendo l'aumento della presenza sul territorio delle forze afgane e dando supporto.La nostra presenza ha il compito di rendere autonomi il governo e le forze di sicurezza locali. Rispetto alla prima missione di 3 anni fa,si vedono i risultati dell'intervento dei nostri ragazzi, e sono confortanti. Gli attentati dei giorni scorsi? Per una bomba ci sono tante cose lietissime che non finiscono sui giornali, è una lotta cha va condotta con serietà preparazione e molta decisione".Queste le parole del Comandante D'Addario nel salutare i suoi ragazzi, e alcune parole sono state dedicate al ricordo dei 2 caduti in missione:il Caporal maggiore scelto David Tobini e il Caporal maggiore scelto Roberto Marchini. I parà del 186°erano partiti a febbraio per una delle loro missioni più difficili, coma ha ricordato il Comandante D'Addario"una missione che non tollera errori". Hanno operato nel territorio a sud di Herat nella provincia di Farah,nel Gulistan.Ora il loro lavoro sarà portato avanti dai colleghi del Reggimento S.Marco e da quelli della Brigata Sassari. Per i parà ci sono in programma delle visite mediche come al termine di ogni missione,la restituzione dei materiali utilizzati in missione, e soprattutto una licenza per un meritato periodo di riposo.

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13 settembre 2011 2 13 /09 /settembre /2011 18:42

E' da stamattina che i talebani tengono sotto tiro il quartier generale dell'ISAF a Kabul e il quartiere delle ambasciate. Lafghanistan-i-talebano-attaccano-quartier-generale-NATO-a-K.jpg'attacco è ancora in corso. Tutto è iniziato alle 13.30(ore 11 in Italia)quando alcuni testimoni riferiscono di avere sentito 6 esplosioni e poi degli spari. Raffiche di arma da fuoco sparate contro il quartier generale dell'ISAF a Kabul ,da unedificio nel quale un gruppo di talebani si è asseragliato. I talebani hanno attaccato sia la sede ISAF e le ambasciate con colpi di artglieria leggera e lanciarazzi. Nel frattempo un kamikaze si è fatto esplodere davanti all'ingresso del'uffici di frontiera, nella parte ovest della capitale. E' stata colpita anche la sede della Tv iraniana a Kabul, situata nei pressi del quartiere delle ambasciate. Ferito un operatore della tv.  Imorti sno 6, 4 tra gli agenti di sicurezza afgana e 2 civili, un bilancio che putroppo è ancora provvisorio. 2 i talebani uccisi nello scontro a fuoco con le forze di sicurezza afgane. L'attentato è stato rivendicato dai talebani, ed è ancora in corso. Infatti 2 talebani sono ancora asserragliati al 14° piano dell'edificio dal quale hanno fatto fuoco contro la sede dell'ISAF.Ma non si sentono più colpi di arma da fuoco. Forse sono morti o in attesa delle forze di sicurezza afgane che si trvVano invece al 5°piano dell'edificio. Fino ad ora risulta che nessun civile o militare italiano sia rimasto coinvolto negli attacchi. E' chiara la volontà dei talebani di arrestare il processo di transizione in atto nel paese.  C'è da chiedersi come siano riusciti a procurarsi le armi e ad ideare un attcco proprio nel cuore di Kabul, zona ritenuta sicura.

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13 settembre 2011 2 13 /09 /settembre /2011 18:14

afghanistan-fucilieri-del-reggimento-s.marco-sequestrano-ar.jpgI fucilieri del Reggimento S.Marco sono entrati in azione e durante un'operazione congiunta con le forze di sicurezza afgane, hanno scoperto e sequestrato delle armi e delle casse contenenti del materiale sensibile. L'operazione si è svolta nei pressi del villaggio di Gwergan vicino a Bakwa. Sono state inoltre fermate 4 persone sospette. Il Reggimento S.Marco ha iniziato ad operare nella zona di Bakwa dal 10 settembre, dove è subentrato al 186° Brigata paracadutisti della Folgore.

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12 settembre 2011 1 12 /09 /settembre /2011 17:27

La Piazza Italia di Camp Arena con i militari dei contingenti ISAF, tra i quali anche gli americani, schieratiafghanistan il contingente italiano ricorda l'11 s-copia-2 davanti alla bandiera americana a mezz'asta:ieri pomeriggio 11 settembre 2011 per un attimo sembrava di stare a New York. Anche presso Camp Arena infatti si è svolta una cerimonia in ricordo dell'11 settembre. Erano presenti il Generale Carmine Masiello, il Colonnello americano Christopher Cavoli, l'inviato della Farnesina per l'Afghanistan e il Pakistan Francesco Talò. Perchè è con l'11 settembre che è iniziato tutto. Ed è ormai da dieci anni che si combatte una guerra, la fine della quale appare ancora molto lontana. "L'11 settembre deve essere una data impressa nella memoria di tutti perchè è da essa che deve provenire la forza per andare per andare avanti nella nostra missione".Così ha affermato il Generale Carmine Masiello durante il suo discorso  con il quale ha anche tracciato un primo bilancio svolto dal contingente italiano."Siamo determinati a proseguire il nostro impegno perchè tutto è cominciato qui e tutto deve finire qui, certamente nei tempi che saranno stabiliti dalla politica e dalla situazione sul terreno. La nostra forza è che siamo una coalizione che opera con criteri comuni ;per quello che ci riguarda nella regione occidentale, la situazione è variegata. Ci sono zone dove il nostro compito è stato più semplice ed altre dove la situazione è più complessa e si deve ancora lavorare. Posso dire che nella prossima tranche sarà possibile includere non tutta la provincia di Herat, sicuramente molti dei suoi distretti. E buone prospettive vi sono anche per le province centro occidentali di Ghor nella zona di Badghis, c'è ancora un pò da lavorare, mentre è a sud nella provincia di Farah, che la situazione è un pò più critica, per la contiguità con l'Helmand. Segnalo ad esempio il Gulistan uno dei punti più acuti dove ha operato la Folgore e dove opererà il Battaglione S.Marco. In molte zone dove operiamo con gli afgani c'è un miglioramento quantitativo e soprattutto qualitativo dei nostri partner-la galassia delle forze di sicurezza afgane assume una fetta sempre più grande di responsabilità e siamo arrivati anche ad una percentuale di solo il 10% di militari dell'ISAF nelle missioni congiunte". Grazie alla collaborazione tra i vari contingenti presenti nell'ambito della missione ISAFsi posono sconfiggere il terrorismo e gli"insurgents",come ricordato anche dallì l'inviato della Farnesina Talò che ha citato il motto americano dell'11 settembre:"Together we stand". Ovvero:"Insieme possiamo farcela".  

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10 settembre 2011 6 10 /09 /settembre /2011 14:15

"I paracadutisti ed io qui abbiamo terminato la missione e chiedi amo il permesso di tornare alle nostre famiglie,che ci hanno sostenuto e supportato in questi 7 mesi di cimento. Varcheremo la soglia della caserma a testa alta, fieri di avere fatto il nostro dovere in silenzio, come fanno i paracadutisti".afghanistanan-la-folgore-lascia-al-reggimento-s.marco-il-co.jpgQueste le parole pronunciate dal Colonnello Lorenzo D'Addario al termine del discorso durante la cerimonia che ha segnato il definito passaggio di consegne tra la Brigata della Folgore e il Reggimento S.Marco.E l'emozione è salita alle stelle quando sono stati ricordati i caduti di questa missione:il Caporal Maggiore Capo Gaetano Tuccillo e il Caporal Mggiore Scelto Roberto Marchini. Presenti alla cerimonia il Comandante del Regional Command West, Generale di Brigata Carmine Masiello, e i rappresentanti delle autorità locali tra i quali il Governatore di Farah, il Capo della Polizia e i Comandante della 2a Brigata dell'esercito afgano. Durante questi 7 mesi di missione i parà hanno lavorato duramente per riportare la sicurezza e la stabilità in queste zone del Gulistan e di Bakwa .Ci sono stati pattugliamenti diurni e diurni anche nei pressi degli avamposti, sono state ristrutturate scuole, anche scuole femminili che erano state distrutte dagli"insurgents", sono state restaurate moschee e ospedali, e anche molti pozzi d'acqua. I parà hanno distribuito molti aiuti umanitari come medicine e cibo, ma anche utensili per poter coltivare la terra agli abitanti dei vari villaggi. Tutto questo ha incrementato la fiducia della popolazione nei confronti del contingente italiano e contrubuito ad un migliormento delle condizioni di vita di queste popolazioni, anche di quelle dei villaggi più sperduti. Certo resta ancora da fare, e a questo provvederanno la Brigata Sassari e il  Reggimento S.Marco. I parà della Folgore hanno portato a termine la loro missione, e il 14 settembre rientreranno in Italia. Alla Caserma Bandini verranno accolti dall'abbraccio delle loro famiglie:un abbraccio che è mancato loro per 7 mesi. 

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8 settembre 2011 4 08 /09 /settembre /2011 19:02

afghanistan passaggio di consegne tra folgore e reggimentoIl passaggio di consegne tra la Brigata Folgore e il Reggimento S.Marco è imminente ed avverrà nei prossimi giorni. La bandiera di guerra del Reggimento S.Marco assieme agli utimi  36 dei 428 fucilieri  della Task Force "Leone"hanno ragiunto l'Afghanistan il 6 settembre.La bandiera di guerra è stata portata presso la Forward Operational Base"Lavaredo" sede della Task Force "South East"con un elicottero EH-101 della Marina Militare. In questi giorni ci sarà il passaggio di consegne tra il 186° Reggimento Paracadutisti"Folgore" e la Task Force "Leone", comandata dal Capitano di Vascello Giuseppe Panebianco, Comandante del Reggimento S.Marco. I fucilieri della Task Force"Leone" saranno dislocati a Farah, nelle zone del Gulistan e a Bakwa. Il Reggimento S.Marco è già schierato in Afghanistan e nella missione dell'ISAF ha diversi compiti:ad Herat opera con un team Escort/Driver, econ un team di fucilieri sugli elicotteri EH-101 della Task Force"Shark", a Farah con un Operational Mentoring and Liaison Team. 

 

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7 settembre 2011 3 07 /09 /settembre /2011 16:48

500 bambini dei paesi di Joy Garge, Joy Jan Dusti, Sarkholin, e Miranzai potranno finalmente andare a scuola. Una scuola che si trova a Bala Murghab è che è stata ristrutturata dai parà del 183°Reggimento Nembo di Pistoia. L'opera di ristrutturazione della scuola è stata portata a termine nonostante le tante difficoltà e gli ostacoli. Gli"insurgents"hanno infatti tentato di impedire il lavoro di ristrutturazione. I parà hanno dovuto tenere duro, con un'azione operativa si sono disposti a protezione dell'edificio impedendo le azioni di disturbo da parte dei talebani. La zona in cui si trova la scuola è Bala Murghab, una delle tante zone minate dell'Afghanistan(nazione che vanta il triste  primato di paese più minato del mondo)così si è resa necessaria una bonifica del terreno. Bonifica del terreno portata a termine dai Genieri della 24^cp Genio dell'8°Guastatori che hanno individuato e disinnescato alcuni micidiali IED. L'inaugurazione della scuola è stata davvero un momento emozionante: il Comandante del 183°Reggimento Nembo Colonnello Marco Tuzzolino, ha tagliato il nastro di inaugurazione, assieme ai colleghi dell'esercito afgano e al direttore della scuola. Il duro lavoro dei parà è stato ripagato dai sorrisi dei bambini entusiasti presenti all'evento. Si perchè in un paese come l'Afghanistan l'inaugurazione di una scuola è sempre un evento, se si pensa alla violenza dei talebani  e alle loro tante devastazioni e distruzioni di edifici scolastici. L'apertura di una scuola è la dimostrazione che anche tramite la cultura si può sconfiggere il terrorismo, è una piccola battaglia vinta dalle forze del bene contro il male. Un lavoro quello svolto dai parà della Folgore che sarà portato avanti dalla Brigata Sassari che la sostuirà. Alcuni parà del 186° e del 183° sono già rientrati dalla missione. Alla fine di settembre tutta la Brigata della Folgore sarà rientrata in Italia assieme al Comandante Masiello. Intanto è già partito da Cagliari in questi giorni il primo contingente della Brigata Sassari che sta iniziando a scambiarsi informazioni con i parà della Folgore in vista del passaggio di consegne.  afghanistan-para-del-183-rgt-nembo-inaugurano-sc-copia-2.jpg

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6 settembre 2011 2 06 /09 /settembre /2011 17:21

C'è chi sobbalza per lo scoppio di un petardo, c'è chi la notte non dorme, c'è chi ingrassa, c'è chi non riesce più a mettere piede in caserma perchè le uniformi gli ricordano il giorno dell'attentatogli-eroi-dimenticati-e-la-loro-dura-battaglia-contro-il-pts.jpg. La loro vita è divorata dall'ansia e dai terribili ricordi dell'attentato di Nassirya del 2003. Di questi eroi se ne parla poco, o non se ne parla niente. Come se lo Stato li avesse dimenticati. Non solo i Carabinieri sopravvissuti all'attentato, ma anche molti militari di ritorno da missioni in teatro operativo all'estero.  I sintomi descritti sopra sono solo alcuni dei sintomi del "Ptsd"(Post traumatic stress desorder). Un disturbo che fa molte vittime tra i militari dei contingenti stranieri. Secondo alcune fonti il tasso di militari affetti da da Ptsd è del 4/5% nei militari dei contingenti stranieri, con punte del 20,30% nei militari USA. Per ciò che riguarda l'italia invece, le statistiche sono rassicuranti solo in apparenza. Il Ptsd non esiste, anche se alcune testimonianze raccolte dal quotidiano "La Repubblica"affermano l'esatto contrario. Sono le testimonianze dei reduci di Nassirya. E' la storia di Piero Follesa che un giorno a casa sua ha aggredito il figlio perchè pensava fosse un nemico in teatro operativo. Oppure la storia di Pietro Sini, anche lui era presente quel giorno di novembre del 2003, è riuscito  a portare in salvo 5 dei suoi colleghi. Una volta rientrato a casa dopo l'attentato, non riusciva più a dormire ed era sempre nervoso. La psicologa Sabrina Bonino assieme allo pschiatra Daniele Moretti hanno curato dal 2004 fino ad oggi 5 reduci di Nassirya. Uomini che hanno vissuto un'esperienza devastante, hanno visto i corpi dei loro commilitoni dilaniati o carbonizzati, scene raccappriccianti impresse per sempre nella loro memoria."Giravamo per la base, dove vedevamo cani e mosche lì sapevamo che c'erano i resti dei nostri  compagni, li raccoglievamo a mani nude e buttavamo tutto in sacchi della mondezza, senza sapere se erano i resti di un Carabiniere o du un soldato" afferma uno dei sopravvissuti.  Ma perchè le statistiche sui dati dei militari italiani affetti da"Ptsd"sono sfalsati? L'ipotesi è che ammatterne l'esistenza sarebbe affermare che l'Italia all'estero non è impegnata in missione di pace, ma di guerra. Questo il pensiero di Sergio Dini Procuratore di Padova, che per molto tempo è stato anche Procuratore militare. Secondo l'Esercito, il Pstd non esiste o ci sono pochissimi casi. Le  parole del Generale Michele Gigantino, psicologo clinico e per 10 anni Capo Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche del Policlinico Militare il Celio, sono rassicuranti:"Il valore aggiunto del nostro esercito risiede in un aprofonda cultura psicologica della selezione che è a maglie molto strette:scegliamo i più adatti e lavoriamo affinchè le persone che non sono pronte per la missione non partano:se hanno un problema è un loro dovere dirlo al medico.E' importante il ruolo dei Comandanti:sono loro ad avere il polso della situazione e anche ad intercettare chi sminuisce un problema è più complicato che non il contrario, va detto che il personale di oggi è un'altra cosa:sono uomini davvero preparati." Già uomini e non macchine. 

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