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4 agosto 2011 4 04 /08 /agosto /2011 14:30

Quattro militari italiani della Task Force Center,11°Reggimento Bersaglieriafghanistan-feriti-4-militari-italiani.jpg sono rimasti feriti in seguito all'eplosione di uno IED al loro passaggio alle 12.19. I militari erano impegnati in un'operazione pianificata nel villaggio di Siah Vashian, nel distretto di Herat a 5 km dall'aeroporto di Herat.La dinamica dell'attentato è ancora poco chiara. Erano a bordo di un "Lince"quando è esploso uno IED, sono rimasti feriti agli arti inferiori. Uno di loro è stato sottoposto ad intervento chirurgico. I quattro militari non sono in pericolo di vita e hanno potuto rassicurare le loro famiglie. Sono stati ricoverati all'ospedale di Camp Arena, Role 2.

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3 agosto 2011 3 03 /08 /agosto /2011 16:45

Militamilitari si ammalano di bronchiolite di ritorno da afghanisri che al rientro dalle missioni in Afghanistan o in Iraq non sono più in grado di correre 2 miglia di corsa, normale esercizio fisico militare, perchè affetti da bronchiolite, una patologia dell'apparato respiratorio. Oltre ai pericoli della contaminazione da uranio impoverito,infatti i militari impegnati in missione in Afghanistan o in medio oriente corrono sempre più il rischio di ammalarsi di bronchiolite. E' quello che emerge da uno studio clinico condotto dal "New England Journal of Medicine", che ha condotto uno studio su 80 militari americani rientrati da missioni in medio oriente. In più della metà di loro sono stati riscontrati una dispnea da sforzo che non avevano al momento della loro partenza in missione."La biopsia polmonare ha mostrato che quasi tutti i soldati rientrati dalle missioni con problemi respiratori sono affetti da bronchiolite costrittiva, probabilmente dipendente dall'inalazione di sostanze tossiche o dannose". Secondo questo studio esiste una correlazione tra brocnchiolite e la diminuzione delle prestazioni fisiche dei soldati in servizio in medio oriente. 80 militari americani sono stati sottoposti ad uno studio condotto dal Medical Center della Vanderbilt University, i militari provengono tutti da Fort Campbell in Kentucky nel periodo compreso tra il 2004 e il 2006. Al loro rientro dalla missione, in tutti è stata riscontrata dspnea da sforzo, e difficoltà a svolgere semplici esercizi fisici. Dai loro racconti emerge che mentre erano in missione si sono trovati esposti a sostenza tossiche presenti nell'aria dopo l'incendio delle miniera sulfurea di Mossul(Iraq) nell'estate del 2003, anche se non tutti quanti. Per 38 di loro la diagnosi è stata:bronchiolite costrittiva.  Sono stati sottoposti ad altri esami e la biopsia ha rivelato anche  un ispessimento delle pareti arteriolari o un occlusione delle arterie adiacenti, a dimostrazione del fatto che essi avevano inalato polveri sottili, anche se la maggior parte di loro non era un fumatore. I militari sottoposti a questo studio sono di 33 anni, tutti in buono stato di salute, e senza alcuna patologia respiratoria. Secondo lo studio la patologia non è legata all'inalazione delle sostenze tossiche dell'incendio della miniera di Mosul, quanto dalle polveri inalate durante  le tempeste di sabbia e di polvere molto frequenti specialmente in Afghanistan, oppure si sono trovati esposti all'incenerimento di rifiuti solidi nei pozzi che vengono bruciati.  

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2 agosto 2011 2 02 /08 /agosto /2011 21:24

E' stato effettuato ieri il millesimo aviolancio di aiuti alla popolazione afgana. Un C-130J dell'Aermillesimo aviolancio con aiuti per popolazione Aghanistan 3onautica Militare Italiana di Pisa ha lanciato il millesimo"pallet"con beni di prima necessità per aiutare la popolazione afgana. Come ha sottolineato il Comando del Contingente Italiano a Herat"Acqua, quaderrni, penne e indumenti rappresentano solo il primo passo per la ricostruzione, soprattutto nelle aree più isolate e povere del paese". Dall'8 luglio 2009 in tutto  sono stati efettuati 111 voli. Da Herat il Comando del Contingente Italiano sottolinea che:"Grazie agli aviolanci le forze sul terreno hanno ricevuto sostegno logistico ed hanno potuto integrare l'azione operativa con l'attività di supporto umanitario, attività fondamentale per completare ed espandere il processo di transizione in atto". Infatti dato che il territorio afgano è molto vasto e caratterizzato da ampie vallate rocciose, spesso l'unico sistema per far arrivare i riornimenti alle truppe dislocate negli avamposti più remoti ,sono proprio gli aviolanci, così come portare aiuti alla popolazione dei villaggi più sperduti.  Questi importanti risultati sono stati conseguiti anche grazie all'impegno della Joint Air Task Force, composta da personale della compagnia aviorifornitori della Brigata Pracadutisti Folgore e da quello dell'Aeronautica Militare con velivoli C130J e C27J della 46/a Brigata Aerea di Pisa. E' proprio il caso di dire che la speranza per la popolazione afgana arriva dagli immensi cieli blu  sottoforma di un gigantesco C-130J.   

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1 agosto 2011 1 01 /08 /agosto /2011 19:41

lo-scandalo-dei-fondi-USA-finiti-ai-Talebani-2.jpg Di bombe in Afghanistan ne esplodono  quasi quotidianamente, ma la "bomba"lanciata dall'inchiesta del Washington Post provoca un'esplosione davvero devastante.  Il Washington Post di domenica scorsa rivela lo scandalo dei presunti finanziamenti USA agli "insurgents"in Afghanistan. "Circa 2,16 miliardi di dollari di fondi governativi per promuovere lo sviluppo in Afghanistan sarebbero finiti nelle mani dei Talebani". E' stato scoperto un vero e proprio racket sui trasporti in Afghanistan che è una fonte indiretta di finanziamneti per gli "insurgents". Ma come funziona il meccanismo dei fondi stanziati dal governo USA per aiutare l'Afghanistan e poi finiti  a Kabul ma nelle tasche sbagliate? Tutto inizia con 8 società di trasporti afgane pagate dagli USA e in qualche modo sarebbero implicate in affari con gli"insurgents". Il tutto è documentato anche da un'inchiesta militare che ha analizzato attentamente il"percorso"di alcuni pagamenti eseguiti a favore di queste 8 società di trasporti. Secondo l'inchiesta con un sistema di appalti  e subappalti, complici anche alcuni funzionari afgani corrotti, ingenti somme di denaro sarebbero state utilizzate a scopo fraudolento o addirittura per finanziare gli"insurgents". Sempre dalle carte di ques'inchiesta, emerge che una somma di 7,4 milioni di dollari pagata ad una di queste società sarebbe stata poi ridistribuita tra gli"insurgents" con sovvenzioni ma anche con armi ed esplosivi. Ma torniamo all'attività del trasporto che in Afghanistan, viene affidata ad afgani, e a partire da settembre le aziende di trasporti verranno incrementate da 8 a 30, la sicurezza e la protezione dei convogli sarà affidata ad agenzie private. Ma nonostante i controlli e tutte le buone intenzioni i soldi dei contribuenti americani continuano a finire nelle tasche sbagliate. Già nel 2009 c'era stata un'altra inchiesta del Congresso che aveva scoperto  qualcosa di strano nel sistema dei trasporti a Kabul. Infatti il contratto con le 8 agenzie sospette è stato rinnovato per altri 6 mesi. Ormai in Afghanistan si combatte una guerra che dura da quasi 10 anni più di 70 miliardi di dollari sono stati investiti in progetti per la sicurezza e lo sviluppo di questo paese. I risultati positivi conseguiti sono ben pochi a quanto pare:dilagano la criminalità, la corruzione, traffico di oppio e la violenza degli "insurgents". L'inchiesta del Washington Post evidenzia come gli USA non siano in grado di controllare attentamente il percorso dei finanziamenti destinati all'Afghanistan. In un rapporto dello "Special Inspector General for Afghanistan Reconstruction"(SIGAR),è stato rivelato che quasi sicuramente questi soldi sono finiti nelle tasche dei ribelli. E' chiaro che c'è qualcosa che non funziona nei controlli dei finanziamenti in Afghanistan. Perchè gli USA non riescono ad avere il controllo sul flusso dei finanziamenti erogati a favore degli afgani? A causa della poca collaborazione della Banca Centrale Afgana,(da poco conivolta in uno scandalo, con perdite per 900 milioni di dollari) che è piutosto"ostile"ai controlli. Una parte dei soldi finisce anche nelle tasche dei funizionari afgani di Kabul, che si arrichiscono con la corruzione. Data la sua inaffidabilità, il Fondo Monetario Internazionale ha deciso di bloccare il programma di aiuti all'Afghanistan. Forse questo servirà a rendere l'economia afgana più indiendente dato che oggi essa si basa perl a maggior parte sui finanziamenti stranieri. In Italia, l'anno scorso Pino Arlacchi euro deputato dell'IDV, aveva denunciato che solo il 6% dei fondi stanziati per l'Afghanistan è arrivato a Kabul, mentre il restante 80% non si sa che fine abbia fatto. Adesso la paura principale degli afgani con il ritiro delle truppe ISAF, è quella di non vedere più contributi o aiuto internazionali, che tra l'altro sono stati ridotti del 22% già nel 2009. La speranza di tutti invece è che con l'eliminazione definitiva dei contributi internazionali all'Afghanistan, questo diventi più econicamente indipendente, e che i flussi di denaro non finiscano più nelle tasche di burocrati afgani corrotti o peggio ancora a finanziare la guerriglia degli"insurgents".  Nella realtàsi capisce come il prolungamento ulteriore della guerra in Afghanstan convenga un pò a tutti:al Presidente afgano Karzai che privo dell'aiuto degli americani sarebbe costretto all'esilio, ai governanti afgani, all'Iran, alla Cina che si avvantaggia della crisi economica americana, e soprattutto ai Talebani che possono continuare la loro guerriglia contro gli USA, guerriglia paradossalmente finanziata con i soldi dei contribuenti americani.

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1 agosto 2011 1 01 /08 /agosto /2011 15:15

Razzi ed un ingente quantitativo di esplosivo sono stati scoperti durante un'operazione congiunta dei militari italiani del contingente ISAF con le forze di sicurezza afgane, nella zona di Shindad, vicino al villaggio di Showz.militari-italiano-scoprono-fabbrica-di-IED-afghani-copia-1.jpg L'esplosivo "Era pronto per essere usato dagli"insorti" per la realizzazione di IED e per condurre attacchi contro le forze di sicurezza".Nella zona di Bala Balouk(a Nord di Farah) invece, i militari hanno scoperto una fabbrica di IED(ordigni esplosivi improvvisati). L'operazione è stata portata a termine grazie anche all'attività di raccolta di informazioni svolta dall'esercito afgano" Sotto l'egida e il coordinamento del sistema giudiziario locale di cui il Procuratore di Farah è il massimo esponente a livello distrttuale". Inoltre sono state arrestate dalla polizia di Bala Balouk cinque persone trovate in possesso di IED già pronti all'uso,  di esplosivi, armi e materiale elettrico. Segno questo che erano in preparazione attentati forse anche contro le forze ISAF. Il Comando del contingente italiano ha affermato che:"Questi ennesimi arresti e ritrovamenti, oltre a testimoniare nuovamente l'efficacia raggiunta dalle forze di sicurezza afgane, sono il segno tangibile di quanto la popolazione stanca di rimanere sempre più spesso coinvolta nell'esplosione dei famigerati ordigni esplosivi posizionati dagli insurgents in maniera indiscriminata lungo le strade, confidi sempre più nell'operato e nelle capacità delle sue forze di sicurezza, coordinate da un sistema giudiziario sempre più efficace e attivo che ha partecipato  alle operazioni e si occuperà di seguire le indagini". Ma intanto la tensione in Afghanistan resta sempre alta:per una fabbrica di IED che è stata scoperta, chissà quante altre ce ne saranno, debitamente occultate in questo territorio così vasto. Per il contingente italiano il livello d'allerta resta sempre alto.

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28 luglio 2011 4 28 /07 /luglio /2011 21:14

L'altro giorno si svolti i funerali del 41°militare italiano morto in missione in Afghanistan, e nello stesso giorno il Senato ha approvato il decreto sul rifinanziamento della missione.militare italiano afghanistan3 Tra gli italiani è ancora vivo il dibattito su questa missione, e sono in molti a chiedere il ritiro del contingente italiano. Sono in molti a chiedersi se restare lì abbia ancora un senso, a interrogarsi su una una guerra che sta durando troppo. Invece si deve restare in Afghanistan. Perchè? "Lo sviluppo batterà i talebani, ecco perchè restiamo a Kabul". Queste le parole del Ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani durante un'intervista a un quotidiano. In effetti in Afghanistan attualmente ci sono numerosi progetti in corso di realizzazione, non ultimo l'illuminazione dello stadio di Herat, che vede coinvolte nel progetto 2 grandi aziende italiane:Enel e Terna.  L'aeroporto di Herat deve essere ancora ampliato, acqua, luce, e scuole devono essere portati nei villaggi più remoti.  Tante scuole in effetti sono state ristrutturate o riaperte grazie al contingente militare italiano. C'è poi un'opera faraonica da portare assolutamente a termine:la costruzione di un'enorme gasdotto, per la realizzazione del quale è stato firmato un accordo tra Turkmenistan, Afghanistan, Pakistan e India. Il progetto del gasdotto è uno dei progetti più importanti del governo afgano. Gasdotto che passerà anche nella zona di Bala Murghab:una delle zone più a rischio dell'Afghanistan, dove molti militari italiani hanno perso la vita. Oltre al gasdotto, sempre in questa zona verrà costruita anche una ferrovia che collegherà il Turkmenistan con Herat. Anche per questo motivo  i parà della  Folgore sono stati impegnati in operazioni allo scopo di allargare sempre di più la "bolla di sicurezza". Il Ministro Romani sostiene che "Senza strade,binari, collegamenti aerei è difficile che possa esserci lo sviluppo". Sono molte le aziende coinvolte nel progetto di costruzione di infrastrutture in Afghanistan:ENI,TERNA,ENEL,TREVI, oltra a società che si occupano della lavorazione del marmo, della refrigerazione, e società agroalimentari. D'altronde il Ministro Romani alcuni mesi fa aveva fatto un tour di esplorazione del paese,"L'Afghanistan è una specie di gigantesca miniera non ancora sfruttata. Stiamo parlando di risorse energetiche come petrolio o gas, ma pure oro, ferro, rame e litio. L'ovest sotto nostro controllo è un terreno vergine dove ci sarebbero molte risorse da verificare e da esplorare. I nostri soldati sono in prima linea e combattono un nemico, ma nell'Afghanistan occidentale anche grazie allo sviluppo stiamo già conquistando i cuori e le menti degli afgani". Sarà. Forse non tutte le menti e i cuori sono stati conquistati però. In questo difficile periodo di transizione gli attentati kamikaze degli"insurgents"sono incrementati notevolmente. "Aumenta la consapevolezza che è una guerra non fine a sè stessa, ma per raggiungere l'obiettivo della pace". E la costruzione della pace a quanto pare passa anche attraverso le tubature di un enorme  gasdotto che attraverserà Bala Murghab. "Dobbiamo tenere duro perchè laggiù difendiamo anche la nostra libertà e sicurezza colpendo il terrorismo dove è nato". E la guerra dovrà andare avanti per altri 3 anni perchè:"Su 29 milioni di afgani i talebani sono qualche decina di migliaia e quelli di Al-Quaeda pochissimi. E' un conflitto asimmetrico, che vinceremo quando garantiremo ad ogni villaggio la sicurezza nello sviluppo. con luce, acqua, scuole e governabilità". Il Ministro è ottimista. D'altronde i talebani sono davvero pochi, e non importa se hanno disseminato la maggior parte delle polverose strade dell'Afghanistan di micidiali"IED". Dobbiamo tenere duro.

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27 luglio 2011 3 27 /07 /luglio /2011 15:44

folgore-afghanistan.jpgA descrivere la vita dei parà in missione in Afghanistan,questa volta, è la moglie di uno di loro, Elisa Milan, moglie del Maresciallo Capo Vincenzo di Canio, in una lettera inviata ad un quotidiano. "Afghanistan è sinonimo di guerra, terrorismo, povertà, ignoranza, sfruttamento. Lo scenario che ci suscita questa parola è uno dei più funesti e insidiosi che ci siano. Eppure i militari della Folgore sono lì giorno dopo giorno a combattere per il loro Paese. Quando si parla di Afghanistan coniugato ai militari, purtroppo, se ne parla quando il peggio è già successo, quando qualcuno si è sacrificato per un ideale, il suo ideale. Lo stesso che ci ha portato ad essere cittadini di uno Stato democratico libero. Quello che ci porta ad alzarci ogni mattina e affrontare la giornata senza porci il problema che ci sia qualcuno che, per ragioni a noi del tutto incomprensibili, possa far sì che quello sia il nostro ultimo giorno. Da lontano loro ci proteggono. Vivono in condizioni durissime. Hanno rinunciato praticamente a tutto. C’è chi si trova in posti talmente lontani e disagiati che è costretto a razionare l’acqua da bere, chi è costretto a lavarsi con pochissima acqua, chi non si ricorda nemmeno da quanto non fa una doccia. Chi per giorni e giorni mangia solo le razioni kappa, se è fortunato. Chi riesce a telefonare a casa e dire « Ciao sono io, sto bene» solo una volta al mese. Chi per sette lunghi mesi, notte dopo notte, se è fortunato dorme in una brandina da campeggio. Chi ha imparato a mettere gli stivaletti all’ingiù quando va a letto così è sicuro che scorpioni, ragni o altri animali del deserto durante la notte non si infilino nelle calzature. Le fatiche psico-fisiche a cui sono sottoposti sono durissime. Ma loro ogni mattina si alzano e affrontano pericoli enormi, lavorando anche diciotto ore consecutive, con la massima professionalità. Ogni giorno, anche se le notizie non arrivano al nostro mondo, sventano attentati più o meno grandi. Ogni giorno sono attaccati dalle forze ribelli. Ogni giorno ci sono mortai pronti a tirare su di loro. E ogni giorno, passo dopo passo, annientano questa disumana situazione di barbarie terroristiche.La loro è prima di tutto una scelta di vita, e in secondo luogo il loro lavoro: per quanto sia dura, non si lamentano mai. E nemmeno hanno il diritto di farlo, perché nessuno li ha obbligati. Hanno fatto una scelta. Ma noi invece, che dormiamo sonni tranquilli grazie a loro, abbiamo il dovere di ricordarli? Abbiamo il dovere di guardare i nostri figli e pensare che per uno sguardo sereno a un nostro caro c’è qualcuno che molto lontano, nel silenzio, lavora per garantirci la serenità? Quel qualcuno insieme alla sua famiglia si sta sacrificando per l’Italia. Per un tricolore tanto criticato ma che regna sovrano nei loro cuori. Alla domanda: ma ne vale la pena? Loro sicuramente dicono di sì... e noi siamo all’altezza di questi uomini che nemmeno conosciamo e che hanno messo a rischio la loro vita, il bene più prezioso, per la nostra? Molti anni fa la Divisione Paracadutisti Folgore ricevette la medaglia d’oro al valore militare dopo la battaglia di El Alamein, e Churchill disse «Dobbiamo davvero inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i leoni della Folgore». Oggi in scenari totalmente diversi i ragazzi della Folgore portano nell’animo lo stesso spirito di sacrificio e devozione. Non chiedono nulla in cambio. Non un grazie. Perché lo fanno? Semplicemente perchè «sono fatti così»." Una lettera questa, della signora Elisa Milan che non ha bisogno di nessun commento.



 

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25 luglio 2011 1 25 /07 /luglio /2011 14:05

Scaporal maggiore davide tobini 183 reggimento nembo uccisoi chiamava David Tobini, giusto due giorni fa  aveva compiuto 28 anni, era di Roma, in forza al 183°Reggimento Paracadutisti Nembo: è il 41° caduto in Afghanistan. Feriti altri 2 militari:Silvio D'Orazio, 29 anni che è in gravi condizioni, mentre non è in pericolo di vita Francesco Arena di Vibo Valentia,32 anni. Secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, il Caporal Maggiore Tobini con altri militari era mpegnato in una operazione di rastrellamento congiunta con le forze afgane, in un villaggio nella zona a nord ovest di Bala Murghab. Erano alla ricerca di esplosivi. All'uscita del villaggio sono stati attaccati da un gruppo di"insurgents".C'è stato uno scontro a fuoco, nel quale il Caporal Maggiore è stato colpito a morte. Feriti altri 2 militari, uno dei quali è grave. Divampano ancora una volta le polemiche sul senso della missione italiana in Afghanistan. Domani in Senato è previsto il voto di rifinanziamento per le missioni all'estero."Non è il momento dei lutti  quello in cui discutere delle ragioni della nostra permanenza in Afghanistan."Queste le parole del Ministro della Difesa La Russa durante la conferenza stampa indetta dopo la notizia di quanto accaduto in Afghanistan. "E' una tragedia enorme, solo se la si vive sulla propria pelle si può capire cosa significa."Così ha affermato una zia del militare, ricordando iil nipote e la madre sempre molto preoccupata per il figlio in missione. Avrebbe tanto voluto che non partisse, ma niente e nessuno hanno potuto fermare il Caporal maggior Tobini e la passione per il suo lavoro.  

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22 luglio 2011 5 22 /07 /luglio /2011 16:30

Lo stadio è da sempre luogo di aggregazione e di coesione sociale soprattutto per i giovaniherat-il-prt-ha-ristrutturato-la-stadio-23-luglio-2011.jpg. Non solo in Italia ma anche in Afghanistan. Lo stadio in passato è stato utlizzato dai talebani come luogo dove far avvenire le esecuzioni pubbliche. Era negli stadi, infatti  davanti ad una folla di migliaia di persone, che venivano lapidate le donne accusate di adulterio, che ai ladri venivano amputate le braccia, e dove per i reati minori si ricorreva alla fustigazione. In nome di una cultura, quella dei talebani, che bandisce ogni forma di divertimento dalla vita dell'individuo. Quindi niente partite allo stadio, niente teatro, tv o cinema, vietata la musica come del resto anche ridere in pubblico. Lo stadio di Herat è stato ristrutturato anche grazie all'aiuto del PRT(Provincial Reconstruction Team). La sua ristrutturazione ha segnato il ritorno alla vita normale di un popolo devastato dal regime talebano. Certo gli attacchi degli"insurgents"sono all'ordine del giorno specialmente adesso che è iniziato il processo di transizione, ma se la popolazione può ritornare ad appropriarsi del proprio stadio, questo è un segnale positivo. Si potrà andare andare allo stadio anche di notte. Il Governatore di Herat infatti, ha chiesto al Ministro Romani, la posibilità di aprire lo stadio anche durante la sera. Così Enel e Terna faranno arrivare alle autorità locali le strutture, in modo da garantire l'illuminazione dello stadio. I materiali saranno trasportati da Pisa a Herat con imezzi dell'Aeronautica Militare Italiana. Lo stadio verrà illuminato da un impianto composto da 7 pali alti 22 metri e da 96 proiettori ad alta efficenza.La luce che illumina lo stadio di notte rappresenta simbolicamente l'uscita dalle tenebre del regime talebano, una luce di speranza in un futuro migliore per il popolo afgano. 

con i mezzi dell'Aeronautica Militare Italiana. Lo stadio verrà illuminato da un impianto composto da 7 pali alti 22 metri e da 96 proiettori ad alta efficenza.La luce che illumina lo stadio di notte rappresenta simbolicamente l'uscita dalle tenebre del regime talebano, una luce di speranza in un futuro migliore per il popolo afgano. 

 

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21 luglio 2011 4 21 /07 /luglio /2011 16:23

militari italiani lasciano herat ad afgani 21 luglio 2011In queste ore il Comando Regionale Italiano dell'ISAF, nell'Ovest dell'Afghanistan, sta effettuando il passaggio di consegne alle forze di sicurezza afgane nella municipalità di Herat.  A Herat il contingente italiano è composto da 4.200 militari. Il Comando Italiano ha il controllo sulle truppe di altri 11 paesi. Due cerimonie hanno reso ufficiale il passaggio di consegne, un momento questo cruciale che segna la prosecuzione del processo di transizione inziato il 17 luglio e che sta procendo a pieno regime. Le due cerimonie si sono svolte alla presenza delle massime autorità afgane sia civili che militari, del Ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani. I militari dell'ISAF eran rappresentati dal Comandante della Regione Ovest, il Generale di Brigata Carmine Masiello. La prima delle due cerimonie si è svolta all'aeroporto di Herat:il progetto per la sua trasformazione in un hub internazionale era stato proprio uno dei primi  progetti scelti dallo stesso Governatore Saba, poi approvati dalle autorità centrali di Kabul. L'aeroporto diventa così il luogo simbolo della ripresa economica di questo paese, e della speranza in futuro migliore. L'aeroporto è anche simbolo dell'uscita dall'isolamento dell'Afghanistan. La seconda cerimonia invece, si è svolta presso la base di Camp Saphar, sede del 207/esimo Corpo d'Armata Afgano. Un altro luogo simbolo questo, che rappresenta il conseguimento degli importanti risultati nel campo della gestione della sicurezza raggiunta dall'esercito afgano. Come affermato dal portavoce del Comando Italiano ISAF:"Questo di oggi rappresenta un primo passo verso quel processo di crescita che porterà il paese verso la propria autonomia, e che dovrebbe concludersi entro la fine del 2014". 

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